19 novembre, 2012

Convenzione sul divieto o la limitazione dell’impiego di talune armi convenzionali...


CONVENZIONE
SUL DIVIETO O LA LIMITAZIONE DELL’IMPIEGO DI TALUNE ARMI CONVENZIONALI
CHE POSSONO ESSERE RITENUTE CAPACI DI CAUSARE EFFETTI TRAUMATICI
ECCESSIVI O DI COLPIRE IN MODO INDISCRIMINATO

Conchiusa a Ginevra il 10 ottobre 1980


Le Alte Parti contraenti,
Ricordando che ogni Stato ha il dovere, in conformità della Carta delle Nazioni Unite3, di astenersi
nelle sue relazioni internazionali dal fare ricorso alla minaccia o all’impiego della forza, sia contro la
sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, che in qualsiasi altro modo
incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite,
Ricordando inoltre il principio generale della protezione delle persone civili contro gli effetti delle
ostilità, Basandosi sul principio del diritto internazionale secondo cui il diritto delle Parti di un conflitto
armato nella scelta dei mezzi e dei metodi di guerra non è illimitato, e sul principio che vieta di
impiegare nei conflitti armati armi, proiettili e materie nonché metodi di guerra capaci di provocare
mali superflui,
Ricordando anche che è vietato di utilizzare mezzi e metodi di guerra concepiti con lo scopo di
provocare, o dai quali ci si può attendere che provochino, danni estesi, durevoli e gravi all’ambiente
naturale,
Confermando la loro determinazione, secondo cui, nei casi non previsti dalla presente Convenzione e dai Protocolli allegati o da altri accordi internazionali, le persone civili e i combattenti restano, in ogni
momento, sotto la salvaguardia e l’impero dei principi del diritto delle genti, quali risultano dagli usi
stabiliti, dai principi dell’umanità e dalle esigenze della coscienza pubblica,
Desiderando contribuire alla distensione internazionale alla cessazione della corsa agli armamenti e alla instaurazione della fiducia fra gli Stati e, quindi, alla realizzazione dell’aspirazione di tutti i popoli a
vivere in pace, Riconoscendo l’importanza di continuare a fare ogni sforzo sulla via del disarmo
generale e completo, sotto controllo internazionale stretto ed efficace.
Riaffermando la necessità di continuare la codificazione e lo sviluppo progressivo delle regole del
diritto internazionale applicabili nei conflitti armati, Desiderando vietare o maggiormente limitare
l’impiego di talune armi convenzionali, e ritenendo che i risultati positivi ottenuti in tale campo potrebbero facilitare i principali negoziati sul disarmo intesi a porre fine alla produzione, stoccaggio e
proliferazione di tali armi,
Sottolineando l’interesse a che tutti gli Stati, specialmente quelli militarmente importanti, divengano
parti della presente Convenzione e dei Protocolli allegati,
Tenuto presente che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la Commissione delle Nazioni Unite
per il disarmo possono decidere di esaminare la questione di un possibile ampliamento della portata dei
divieti e delle limitazioni contenuti nella presente Convenzione e nei Protocolli allegati,
Tenuto inoltre presente che il Comitato del disarmo può decidere di esaminare la questione
dell’adozione di nuove misure per evitare o limitare l’impiego di certe armi convenzionali,
hanno convenuto quanto segue:


20 ottobre, 2010

Trasferimenti di armi in IRAK 1970 - 2004

Questo è il rapporto sul trasferimento di armi verso l'Irak come documentato dalSIPRI - Stockholm International Peace Research Institute


Nazione
Quantità (miliardi di US$)
Percentuale
URSS/Russia
26102
59.57%
Francia
5447
12.43%
Cina
4843
11.05%
Cecoslovacchia
2880
6.57%
Polonia
1681
3.84%
Brasile
724
1.65%
Egitto
515
1.18%
Danimarca
226
0.52%
USA
204
0.47%
Austria
190
0.43%
Romania
186
0.42%
Svizzera
151
0.34%
Sudafrica
140
0.32%
Jugoslavia
107
0.24%
Germania  (BRD)
86
0.20%
Italia
84
0.19%
UK
81
0.18%
Giordania
74
0.17%
Ungheria
30
0.07%
Spagna
28
0.06%
Germania (DDR)
25
0.06%
Canada
7
0.02%
Emirati Arabi Uniti
3
0.01%
Australia
0
0.00%



N. B.: Anche se il SIPRI ha monitorato i trasferimenti di armi dopo il 1990, i rapporti pervenuti non sono stati sufficentemente documentati per confermare il trasferimento stesso.
Il rapporto riguarda il trasferimento di sistemi d'arma completi. Parti o componenti dei singoli sistemi d'arma ("pezzi di ricambio") non vengono considerati come "trasferimenti".

Risoluzione ONU 1546/2004

Preambolo
Il Consiglio di Sicurezza, saluta l'inizio di una nuova fase nella transizione dell'Iraq verso un governo eletto democraticamente, e in attesa della fine dell'occupazione e dell'assunzione di piena responsabilità e autorità da parte di un Governo ad interim dell'Iraq pienamente sovrano e indipendente entro il 30 giugno 2004
- Ribadisce l'indipendenza, la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale dell'Iraq.
- Ribadisce il diritto del popolo iracheno a determinare liberamente il proprio futuro politico e il controllo delle proprie risorse naturali.
- Riconosce l'importanza del sostegno internazionale, in particolare dei paesi della regione, dei vicini dell'Iraq e delle organizzazioni regionali, alla popolazione dell'Iraq nel suo sforzo per ottenere sicurezza e prosperità
- Prende atto della dissoluzione del Consiglio di Governo dell'Iraq, e salutando i passi avanti nell'applicazione degli accordi per la transizione politica dell'Iraq
- Saluta l'impegno del Governo ad interim dell'Iraq a lavorare nella direzione di un Iraq federale, democratico, pluralista e unificato nel quale esiste il pieno rispetto dei diritti politici e umani.
- Sottolinea la necessità che tutte le parti in causa rispettino e tutelino il patrimonio archeologico, storico, culturale e religioso dell'Iraq,
- Afferma l'importanza dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani compresi i diritti delle donne, delle libertà fondamentali e della democrazia comprese elezioni libere e imparziali.
- Si richiama all'istituzione dell'UNAMI, la Missione Onu di Assistenza all'Iraq, del 14 agosto 2003, e afferma che le Nazioni Unite debbano svolgere un ruolo guida nell'assistenza del popolo e del governo iracheni nella formazione delle istituzioni per un governo rappresentativo.
- Riconosce che il sostegno internazionale al ripristino della stabilità e della sicurezza è essenziale per il benessere della popolazione dell'Iraq e per permettere a tutte le parti in causa di svolgere il proprio lavoro nell'interesse della popolazione dell'Iraq, e accetta di buon grado i contributi dei Paesi Membri a tal proposito.
- Riconosce la richiesta trasmessa nella lettera del 5 giugno 2004 da parte del Primo ministro del Governo ad interim dell'Iraq al Presidente del Consiglio di Sicurezza, allegata a questa risoluzione, che venga mantenuta la presenza della forza multinazionale.
- Riconosce anche l'importanza dell'accordo espresso dal Governo sovrano dell'Iraq circa la presenza della forza multinazionale e uno stretto coordinamento tra la forza multinazionale e quel governo.
- Saluta la disponibilità della forza multinazionale a proseguire gli sforzi per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq a sostegno della transizione politica in vista soprattutto delle prossime elezioni, e a fornire condizioni di sicurezza alla presenza Onu in Iraq, secondo quanto descritto nella lettera del 5 giugno 2004 dal segretario di Stato americano al Presidente del Consiglio di Sicurezza allegata a questa risoluzione
- Rileva l'impegno di tutte le forze che promuovono il mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq ad agire in conformità con la legge internazionale, compresi gli obblighi previsti dalla legge umanitaria internazionale, e a cooperare con le organizzazioni internazionali del caso.
- Afferma l'importanza dell'assistenza internazionale nella ricostruzione e nello sviluppo dell'economia dell'Iraq
- Riconosce i benefici derivati all'Iraq dalle esenzioni e dai privilegi di cui godono le entrate petrolifere irachene e il Fondo di Sviluppo per l'Iraq, e rileva l'importanza che continue erogazioni vengano garantite a questo fondo da parte del Governo ad interim dell'Iraq e di quelli che gli succederanno alla dissoluzione dell'Autorità Provvisoria della Coalizione.
- Stabilisce che la situazione in Iraq continua a costituire una minaccia per la pace e la sicurezza a livello internazionale.

Risoluzione ONU 1511/2003

Preambolo
Il Consiglio di sicurezza:
Riaffermando le sue risoluzioni anteriori sull'Iraq, e segnatamente le risoluzioni 1483 (2003) del 22 maggio 2003 e 1500 (2003) del 14 agosto 2003, nonché quelle riguardanti le minacce contro la pace e la sicurezza rappresentate dagli atti terroristici, di cui la risoluzione 1373 (2001) del 28 settembre 2001 ed altre risoluzioni pertinenti,

Sottolineando che la sovranità dell'Iraq risiede nello Stato Iracheno, riaffermando il diritto del popolo iracheno ad autodeterminare liberamente il suo futuro politico e ad avere il controllo delle sue risorse naturali, dichiarandosi nuovamente risoluto al vedere rapidamente venire il giorno in cui gli Iracheni si governino da soli, e riconoscendo l'importanza del sostegno internazionale ed in particolare di quello dei paesi della regione, dei paesi limitrofi dell'Iraq e delle organizzazioni regionali affinché tale processo avanzi rapidamente,

Considerando che il sostegno internazionale a favore del ripristino della stabilità e della serenità è essenziale per il benessere del popolo iracheno e affinché tutti gli interessati siano in grado di assolvere i propri compiti nell'interesse del popolo iracheno, e felicitandosi del contributo che alcuni Stati Membri hanno dato in merito, in applicazione della risoluzione 1483 (2003),

Felicitandosi che il Consiglio di governo dell'Iraq abbia deciso di incaricare una commissione costituzionale preparatoria per organizzare una conferenza costituzionale che elaborerà una costituzione che sancisca le aspirazioni del popolo iracheno, e chiedendo contestualmente a detto Consiglio di condurre a buon fine il proprio compito nel minor tempo possibile,

Affermando che gli attentati terroristici perpetrati contro l'Ambasciata di Giordania il 7 agosto 2003, l'ufficio delle Nazioni Unite a Bagdad il 19 agosto 2003, la moschea Imam Ali à Najaf il 29 agosto 2003 e l'Ambasciata di Turchia il 14 ottobre 2003, nonché l'assassinio di un diplomatico spagnolo il 9 ottobre 2003, costituiscono degli attacchi contro il popolo iracheno, l'Organizzazione delle Nazioni Unite e la comunità internazionale, e deplorando l'assassinio di Akila al-Hashimi, morta il 25 settembre 2003, nel quale riconosce un attacco contro il futuro dell'Iraq,

Ricordando e riaffermando in questo contesto la dichiarazione del suo presidente del 20 agosto 2003 (S/PRST/2003/13) e la sua risoluzione 1502 (2003) del 26 agosto 2003,

Constatando che pur essendo migliorata, la situazione in Iraq continua a costituire una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali,

Agendo in virtù del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite,

Risoluzione ONU 1441/2002

Il Consiglio di Sicurezza,

Ricordando tutte le sue precedenti risoluzioni pertinenti, in particolare le sue risoluzioni 661(1990) del 6 agosto 1990, 678 (1990) del 29 novembre 1990, 686 (1991) del 2 marzo 1991, 687 (1991) del 3 aprile 1991, 688 (1991) del 5 aprile 1991, 707 (1991) del 15 agosto 1991, 715 (1991) dell'11 ottobre 1991, 986 (1995) del 14 aprile 1995, e 1284 (1999) del 17 dicembre 1999, e tutte le dichiarazioni pertinenti del suo Presidente,

Ricordando inoltre la sua risoluzione 1382 (2001) del 29 novembre 2001 e la sua intenzione di dare a essa piena attuazione,

Riconoscendo la minaccia che l'inadempienza dell'Iraq verso le risoluzioni del Consiglio e la sua proliferazione di armi di distruzione di massa e di missili a lunga gittata pongono per la pace e la sicurezza internazionale,

Ricordando che la sua risoluzione 678 (1990) autorizzava gli Stati membri a fare uso di tutti i mezzi necessari per sostenere e attuare la sua risoluzione 660 (1990) del 2 agosto 1990 e tutte le risoluzioni pertinenti ad essa successive e per ripristinare la pace e la sicurezza internazionale nell'area,

Ricordando inoltre che la sua risoluzione 687 (1991) ha imposto degli obblighi all'Iraq come passo necessario per il raggiungimento del suo obiettivo dichiarato di ripristinare la pace e la sicurezza internazionale nell'area,